Categoria: Alimentazione

Dolci per Celiaci: guida ai Migliori Dolci Senza Glutine

La celiachia, o malattia celiachia, è una patologia causata dall’intolleranza al glutine, una proteina collante. Il glutine è la componente proteica del frumento, e di altri cereali come orzo, segale, farro,avena, kamut,spelta, seitan, malto, bulgur e triticale. L’intolleranza permanete a questi prodotti provoca un’infiammazione cronica autoimmune dell’intestino tenue e il conseguente danneggiamento della mucosa intestinale dovuta alla prolamina, proteina contenuta nel glutine e riconosciuta tossica da parte dell’organismo e quindi dal celiaco.

La celiachia colpisce l 1% della popolazione mondiale, non è una patologia infettiva ma diversi studi condotti indicano come questa intolleranza non abbia solo un’origine ambientale ma anche genetica. La malattia colpisce dall’eta pediatrica fino a quella adulta. Attualmente non esistono cure per il morbo celiaco e l’unica terapia possibile è una dieta senza glutine che deve essere rispettata tutti i giorni, riducendo però le contaminazioni e i comportamenti errati.

Chicza, il chewing-gum bio, nel Libro d’Oro della Responsabilità Sociale d’Impresa

Uno straordinario esempio di green economy e rispetto della natura: Chicza, il chewing-gum bio e senza glutine è stato inserito nel Libro d’Oro della Responsabilità Sociale d’Impresa durante l’ultima edizione del premio Sodalitas Social Award. Il Premio Sodalitas Social Award e il Libro d’Oro evidenziano le variabilità degli approcci possibili alla Sostenibilità d’Impresa e favorisce così l’emulazione offrendo numerosi esempi di come le aziende possano produrre valore sociale oltre che economico.

Tra queste rientra appunto Chicza, il chewing-gum naturale, vegetale, ecosolidale, biodegradabile al 100%, certificato “Bio” e senza Glutine. Parole di soddisfazione arrivano da Giulio Di Giacomo, importatore in Italia di Chicca, che dal 2009 continua con entusiasmo a promuovere la cultura green attraverso questo prodotto.

“In Italia su 60.000.000 di abitanti 15.000.000 masticano chewing-gum, il 32% nel Nord-Ovest, il 29% nel Nord-Est, il 21% nel Sud e il 18% nel Centro e, con la media di 3 gomme al giorno, si consumano 45.000.000 di gomme; di queste 45.000.000, molte, anzi moltissime, ne vengono gettate in maniera incivile dappertutto: nelle strade, nei marciapiedi, sotto le panche delle Chiese, sotto i banchi di scuola, sull’autobus, nei taxi ecc. La presenza della Chicza contribuisce, in positivo, al decoro cittadino. In Europa è venduta quasi ovunque e sta accontentando le richieste, sempre più esigenti, di molte consumatrici e di molti consumatori. La Chicza, come in genere tutti i prodotti, non potrà piacere a tutti, ma saprà trovare, anche nel panorama del mercato italiano, il suo spazio e soddisfare le nuove esigenze da parte dei consumatori”.

Attualmente la chewing-gum Chicza è venduta in molte farmacie, negozi bio, vegan e gluten-free, botteghe equosolidali, erboristerie ed è stata anche uno dei premi riservati alle suole partecipanti al Premio Greenfactor 2011.

La gomma Chicza arriva dal Messico ed è frutto del lavoro e della ricerca dei Chicleros, discendenti dei Maya, secondo alcuni studiosi, i primi masticatori al mondo di chicle, la base della gomma da masticare.

Una tipicità regionale che rispetta i tempi della terra: l’aceto

“Se è vero, com’ è vero, che un gran vino si fa da una grande uva , da questa grande uva io faccio il mio grande aceto; ci vuole qualche anno e in questo tempo devo accudirlo e coccolarlo come un bambino in fasce”: con queste parole Joško Sirk presenta uno dei gioielli della produzione agroalimentare del Friuli Venezia Giulia, il suo aceto frutto di una passione trentennale che lo ha portato alla costruzione di una vera e propria acetaia.

Il prodotto, inoltre, rispetta i tempi della natura e i suoi principi: non contiene solfiti; imbottigliato senza filtrazioni o manomissioni.

L’ acetaia, inoltre, per coerenza con la filosofia di produzione, è stata realizzata interamente in legno dalla mano decisa dell’ architetto Marcus Klaura e si inserisce molto bene nel paesaggio, nel quale spicca il suo tetto interamente coperto da pannelli fotovoltaici.

L’acetaia posta al margine di un rigoglioso bosco di roverelle, punto di fusione tra le ordinate terrazze della vigna e il selvatico del bosco. Con i suoi gradoni favorisce le varie fasi di lavorazione: i travasi, infatti, avvengono per scorrimento dal gradone superiore a quello sottostante. L’ intero ciclo produttivo dell’aceto quindi si avvia in modo naturale, senza l’ ausilio di macchinari.

La qualità delle uve, il lungo contatto con le bucce, fanno sì che si ottenga un prodotto molto strutturato, di grande persistenza, complesso, ricco di mineralità. Tre o quattro anni di affinamento in piccole botti permettono di amalgamare l’ elevata acidità, di elevare i toni dell’ aromaticità e del bouquet.